Quando che in auto lascio il nostro borgo
non guardo più sull'aspra terra della collina
sopra la casa del tuo sudore... Ti porgo
un pensiero al vento, verso la torre antica,
solitaria come la tua anima bellissima,
maestosa e umile come il Velino che gia scorgo.
E quando ci domandavamo: chi è Dio ?
Or so che siamo noi, che eri tu caro zio.
Oh nostalgia di te che col Novecento andasti via ,
dei tuoi ricordi di guerra, dei campi di sterminio,
bel ragazzo di scura e fitta chioma , dalle forti mani
in dignità riavuta con il coraggio della fantasia !
E del tuo boccione che non era vizio ma poesia,
come l'infinito verde dei monti carseolani:
se sei tu quest'aria aprica che me li fa lontani...
anno 2000